giovedì 10 settembre 2009

Il giornalismo on line: il nuovo futuro professionale

Il web: la via alternativa per le nuove generazioni

di Laura Longo

In una recente intervista al «Corriere della Sera», Arianna Huffington ha dichiarato che la carta stampata sparirà «solo quando sarà scomparsa anche l’ultima generazione che è nata con loro».
Un “vaticinio” scomodo specie per chi è abituato a avere un feeling visibile con i giornali, a chi è solito toccarli e odorarli come se il petrolio dell’inchiostro fosse una sorta di profumo della conoscenza e dell’attendibilità della notizia. Gramsci sosteneva che la consuetudine conferma e legittima i nostri modelli di riferimento. Stessa cosa avviene per le fonti giornalistiche. Sebbene il giornalismo online sia effettivamente un salto di qualità perché la modalità di ricezione della notizia è più veloce, il suo sviluppo è, in parte, frenato da quel pubblico (oggi la maggioranza) che ha difficoltà a padroneggiare il nuovo medium con il quale si propone la nuova prassi informativa: il pc. Questa “relazione” è invece più “immediata” per la futura generazione, abituata a premere un bottone per sapere cosa accade dall’altro capo del globo.

Difetti e virtù del giornalismo online

Senza dubbio, il passaggio dal giornalismo tradizionale al giornalismo digitale sarà una condizione necessaria perché sarà l’unica opportunità di sopravvivenza per coloro che vorranno esercitare questa professione. Tale rivoluzione costituirà anche l’occasione storica per ritornare ai vecchi albori di questo mestiere come quello di rendere servizio al prossimo attraverso la scrittura (perché questo è il reale senso del giornalismo), pratica spesso barattata per ottenere una carriera glamour.Naturale che il giornalismo online presenta ancora dei “punti oscuri” da affrontare. Tra i tanti vi è quello di conciliare le ragioni editoriali (a livello di editing e di controllo delle fonti) con quelle della rapidità informativa. Non solo. È indispensabile tirare una linea divisoria tra gossip e l’informazione tout court, notizie attendibili e certificate.Infine, dovrebbe essere definito dall’Ordine dei giornalisti il modello lavorativo che permetta al giornalista web di vivere della sua professione, esattamente come accade per il professionista tradizionale. Un modello di business tale da garantire una retribuzione dignitosa al giornalista web, sebbene ci sia da sciogliere il problema della pubblicità su internet non altrettanto remunerativa come nella carta stampata o nelle tv.

Nuove prospettive nella rete

La “bellezza” della rete sta nel fatto che questa permette al giornalista di farsi conoscere “urbi et orbi”. In più garantisce al lettore la possibilità di “scegliere” il professionista di riferimento. Si crea un rapporto di fiducia unico nel suo genere. E non è poco.Il giornalismo tradizionale ha prodotto una serie di ottimi professionisti che per anni hanno raccontato, spiegato e diffuso le notizie che costituiscono le pagine dei nostri manuali di storia. Resta però il fatto che tutti questi professionisti sono, di norma, “imposti” dall’editore o dal direttore di testata. Non è sbagliato dire, per come stanno le cose oggi, che una perfetta “libertà di stampa” non potrà mai realizzarsi all’interno di un giornale tradizionale. Per ovvie ragioni.La rete offre finalmente all’articolista un’opportunità di emancipazione senza uguali: il giornalista della new generation non dipenderà più da simili dinamiche antiquate. In altre parole, internet permette una scrematura professionistica “alla Darwin” in virtù della quale solo il giornalista bravo potrà essere considerato tale perché scelto “democraticamente” dal basso: dai lettori.Consequentia rerum dicevano i latini: non avrà senso parlare di giornalisti professionisti o pubblicisti, di revisionismo, di censura informativa e via discorrendo. Ma perché si realizzi questo processo è necessario istituire una piattaforma universale riconosciuta e tesa a rivalutare soprattutto gli aspetti etici della professione ma che soprattutto vigili sul rispetto delle regole.

Per saperne di più«Il Corriere della Sera» - Huffington, finché c'è vita c'è giornale

Articolo tratto da Ripensandoci

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